American Gothic: martedì 18 novembre proiezione del primo film in calendario

 

Con la proiezione del film del 1933 L’uomo invisibile, di James Whale, prende il via martedì 18 novembre 2014, la rassegna cinematografica American Gothic. L’incubo della Storia riflesso nello specchio del cinema USA , organizzata nell’ambito del Laboratorio di Comunicazione teatrale della Facoltà di Scienze della comunicazione, tenuto da Silvio Araclio.

La proiezione si terrà alle ore 21.00, nella Sala delle lauree della Facoltà di Scienze della comunicazione.

 

(The Invisible Man) Usa, 1933 - Regia: James Whale – Sceneggiatura: R. C. Sherriff (dal romanzo omonimo di H. G. Wells) - Fotografia            Arthur Edeson, John J. Mescall – Montaggio Ted J. Kent- Musiche: Paul Dupont, W. Franke Harling, Heinz Roemheld - Produttore: Carl Laemmle Jr. - Casa di produzione: Universal Studios

Interpreti: Claude Rains, Gloria Stuart, Henry Travers, Una O’Connor

 

Lo scienziato Jack Griffin inventa un siero che rende invisibili e lo utilizza per sé. Non riesce a trovare l’antidoto e la monocaina da cui è formato il siero comincia ad alterargli mente e percezione. Si trasforma in un folle desideroso di conquistare il mondo e idea attentati ed omicidi.

 

Gli effetti speciali di John Fulton e John Mescall, pura avanguardia anni ‘30, sono il segno (in)visibile di una parabola fanta-horror Universal, lo studio hollywoodiano più specializzato nella vita dei mostri. Il romanzo di Wells, pubblicato nel 1897 (ma scritto ben sedici anni prima), metteva in guardia contro la rivoluzione industriale, la tecnologia disumanizzante, la pericolosità di nuovi media come la radio (percepita come voce senza corpo, quindi come voce proveniente da altro mondo, suggestiva e manipolatrice). James Whale, eccentrico ed ironico poeta della diversità e della follia (suoi Frankenstein e The Old Dark House), è attratto in primis dal personaggio del mad doctor, visto come simpatico e anche maldestro ribelle. Allo stesso tempo sa che quella medesima follia si aggira, potente e violenta, in Europa e nel mondo. E il suo film finisce per diventare un ritratto dei dittatori dell’epoca, visti con sguardo atterrito e allo stesso tempo sfumato. Il suo Jack è qualcosa che c’è ma non si vede: una vittima carnefice. Ispira pietà, ma è pericolosissima.


 
 
Ultimo aggiornamento: 17-11-2014