Lunedì 26 Febbraio 2024 verrà organizzato il primo kick-off meeting del progetto «Dietary ApproachEs to moDulAte the infLammatory response in hUmanS: the NII index – DAEDALUS», che vede come soggetto proponente capofila l’Università di Teramo e come Principal Investigator il Prof. Donato Angelino, Professore Associato di Nutrizione Umana presso il Dipartimento di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali.
Fa parte dell’Unità di Ricerca teramana anche il Prof. Mauro Serafini, Professore Ordinario di Nutrizione Umana e Responsabile del Functional Food and Metabolic Stress Prevention Laboratory presso lo stesso Dipartimento e il Prof. Danilo Pelusi, Professore Associato di Informatica presso il Dipartimento di Scienze della Comunicazione di UniTE.
Il partenariato del progetto include anche la Dott.ssa Annunziata Corteggio – responsabile di Unità – e la Dott.ssa Paola Italiani, entrambe ricercatrici del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare di Napoli.
Il Progetto di durata biennale – finanziato nell’ambito dei fondi PRIN-PNRR 2022, all’interno della Linea di Intervento Sud e destinato ai PI under 40 anni d’età – ha come obiettivo quello di studiare approfonditamente l’impatto degli alimenti sulla salute umana, con un particolare focus sul loro potenziale anti- e pro-infiammatorio su modelli cellulari e in studi epidemiologici nell’essere umano. Il progetto prevede una fase iniziale in cui verranno scelti gli alimenti maggiormente consumati dalla popolazione italiana – con attenzione anche alle ricette tradizionali, raramente studiate negli studi scientifici – e verranno sottoposti ad una “simulazione di digestione” umana mediante protocolli internazionalmente riconosciuti.
Successivamente, si andrà a valutare come l’alimento impatti sui mediatori di infiammazione in vitro su modelli cellulari complessi. Queste analisi permetteranno quindi di creare un database in cui ad ogni alimento potrà essere associato una “performance” anti- o pro-infiammatoria. Molteplici sono le ripercussioni dei risultati del progetto sulla popolazione generale. Innanzitutto, a livello epidemiologico, sarà possibile identificare dei potenziali pattern dietetici che impattano in maniera positiva sulla salute, ricchi di alimenti che modulano positivamente l’infiammazione a livello dell’organismo. A livello del singolo individuo, sarà prevista l’applicazione dei risultati di progetto su studi di intervento nutrizionale in cui il potenziale infiammatorio degli alimenti sarà correlato ai valori dei parametri infiammatori di volontari che seguono diversi pattern dietetici.
Il progetto prevede infine una notevole quota di disseminazione a livello di audience generale. Inoltre, questi dati potranno essere di estrema utilità ai e professionisti della salute, quali medici, nutrizionisti, dietisti, che possono aggiungere una valutazione del potenziale infiammatorio della dieta dei loro assistiti e l’efficacia dei regimi alimentari proposti, promuovendo strategie di prevenzione mirate alla riduzione dello stress metabolico e dei fattori di rischio associati alle patologie degenerative.