La Scuola di legalità e giustizia dell’Università di Teramo vuole continuare il suo percorso anche in situazioni di emergenza. Dopo l'inaugurazione dell'edizione 2019/2020, alla presenza di Dacia Maraini, la Scuola propone un programma alternativo a distanza su temi di estrema attualità anche per orientarsi, analizzare e comprendere la realtà che ci circonda, i cambiamenti in corso e quelli futuri, come in caso di eventi di forte impatto sociale, psicologico, economico e politico, che coinvolgono direttamente il rispetto della legalità e della giustizia sociale, e l’impegno comune a contrastare ogni forma di speculazione e di ricorso ad interventi illeciti e corruttivi.
A tutti gli studenti delle ultime classi delle Scuole superiori, già iscritti all'edizione 2019/2020, la Scuola mette a disposizione:
a) Cinque webinar tenuti da un docente, o da un referente scientifico per ognuna delle Facoltà di Ateneo destinati a tutte le classi degli studenti iscritti.
b) Materiale di lettura o approfondimento relativo a temi e a contenuti di educazione alla legalità inerenti ai profili scientifici delle 5 Facoltà dell’Università di Teramo disponibile sulla piattaforma elearning.
c) Percorso di lettura e riflessione, con questionario finale di autoverifica, specifico per gli studenti delle classi V che hanno richiesto il riconoscimento dei 2CFU previsti dal regolamento della Scuola di legalità da utilizzare e documentare in sede di iscrizione ad una delle lauree triennali dell’Università di Teramo da fruire sulla piattaforma elearning previa registrazione.
La Scuola di legalità e giustizia dell’Università degli Studi di Teramo nasce nell’anno accademico 2017/2018, in convenzione e collaborazione con l’Associazione “Falcone e Borsellino”, per favorire la promozione culturale, la riflessione e il dibattito sui temi della legalità e del contrasto alle mafie.
La Scuola - che mette in dialogo “percorsi e linguaggi di educazione alla legalità” - ha l'obiettivo di sviluppare proposte e costruire progetti e percorsi educativi in tema di legalità, considerata sotto vari profili d’analisi che rivelano la complessità del termine-concetto, e che presenta profonde implicazioni etico-politiche ed ordinamentali, nonché sociologiche, economiche e deontologiche, investendo tutti i campi della società e della cultura di un popolo. Da queste premesse formative, la Scuola vuole sviluppare negli studenti una cultura di impegno sociale e civile tale da fornire conoscenze adeguate e conferire senso ad un’opera di contrasto alle mafie, in ogni loro forma e tipologia, che sia consapevole, motivata ed efficace.
Le attività formative della Scuola, programmate in collaborazione con l’Associazione “Falcone e Borsellino” sono rivolte innanzitutto agli studenti delle ultime classi degli Istituti Superiori di Secondo grado, ma aperte anche agli studenti universitari. Ogni Giornata formativa offrirà al termine un quadro di riferimenti bibliografici, o di altro materiale documentario, connessi ai temi affrontati. Sarà possibile programmare, su richiesta di docenti e studenti delle Scuole Superiori aderenti alla Scuola di legalità e giustizia, percorsi di studio e ricerca personalizzati, anche ai fini della preparazione dell’esame finale di Maturità.
Info e contatti
Coordinamento: Fiammetta Ricci
Referenti di Facoltà: Laura DiFilippo (Giurisprudenza) - Andrea Sangiovanni (Scienze dellaComunicazione) - Fiammetta Ricci (Scienze Politiche) - Pierina Visciano(Bioscienze) - ToninoTalone(Medicina Veterinaria)
Referente Associazione Falcone e Borsellino: Francesca Martinelli
Da “Giovani, legalità e cooperazione” di Luigi Ciotti, 2015.
"Penso che un giovane non si accontenti di sapere che le cose esistono, ma vuole sapere perché esistono. [...] La ricerca di senso è il lievito della gioventù. Allora c'è da chiedersi [...] come sia possibile che un'intera generazione sia stata abbandonata a se stessa, abbia trovato chiusa la porta del futuro. Una società che non si cura dei giovani è una società che non si cura della propria storia e del proprio avvenire, ripiegata nei suoi egoismi e nelle sue paure. Che cosa è importante dare ai giovani?
Relazione, ascolto, opportunità. Quando gliele dai rispondono a meraviglia, e penso ad esempio a quelli - migliaia ormai - che trascorrono volontariamente parte delle vacanze nei terreni confiscati ai boss delle mafie, a dare una mano e a maturare una coscienza sociale. [...] Sono decenni che è in crisi il modello educativo autoritario, [...] e non è un male che lo sia. Si cresce insieme esercitando l'autorevolezza, che presuppone credibilità. I giovani non hanno bisogno di qualcuno che dica loro che cosa fare, ma che faccia insieme a loro e poi, al momento buono, si metta in disparte, per lasciare che imparino a camminare con le loro gambe, nella libertà e nella responsabilità".