La Scuola di legalità e giustizia dell’Università degli Studi di Teramo è stata fondata nel 2018, in collaborazione con l’Associazione “Falcone e Borsellino”, per favorire la promozione culturale, la riflessione e il dibattito sui temi della legalità e del contrasto alle mafie.
La Scuola - che mette in dialogo “percorsi e linguaggi di educazione alla legalità” - ha l'obiettivo di sviluppare proposte e costruire progetti e percorsi educativi in tema di legalità, considerata sotto vari profili d’analisi che rivelano la complessità del termine-concetto, e che presenta profonde implicazioni etico-politiche ed ordinamentali, nonché sociologiche, economiche e deontologiche, investendo tutti i campi della società e della cultura di un popolo.
Da queste premesse formative, la Scuola vuole sviluppare negli studenti una cultura di impegno sociale e civile tale da fornire conoscenze adeguate e conferire senso ad un’opera di contrasto alle mafie, in ogni loro forma e tipologia, che sia consapevole, motivata ed efficace. Le attività della Scuola sono rivolte innanzitutto agli studenti delle ultime classi degli Istituti Superiori di Secondo grado, ma aperte anche agli studenti universitari.
Info e contatti
Direzione e coordinamento: prof.ssa Fiammetta Ricci - Tutor: Luca Gasbarro
Referenti di Facoltà: Bioscienze: prof.ssa Pierina Visciano; Giurisprudenza: prof.ssa Laura Di Filippo; Medicina Veterinaria: prof. Umberto Tosi; Sc. della Comunicazione: prof. Andrea Sangiovanni; Sc. Politiche: prof.ssa Consuelo Diodati
Da “Giovani, legalità e cooperazione” di Luigi Ciotti, 2015.
"Penso che un giovane non si accontenti di sapere che le cose esistono, ma vuole sapere perché esistono. [...] La ricerca di senso è il lievito della gioventù. Allora c'è da chiedersi [...] come sia possibile che un'intera generazione sia stata abbandonata a se stessa, abbia trovato chiusa la porta del futuro. Una società che non si cura dei giovani è una società che non si cura della propria storia e del proprio avvenire, ripiegata nei suoi egoismi e nelle sue paure. Che cosa è importante dare ai giovani?
Relazione, ascolto, opportunità. Quando gliele dai rispondono a meraviglia, e penso ad esempio a quelli - migliaia ormai - che trascorrono volontariamente parte delle vacanze nei terreni confiscati ai boss delle mafie, a dare una mano e a maturare una coscienza sociale. [...] Sono decenni che è in crisi il modello educativo autoritario, [...] e non è un male che lo sia. Si cresce insieme esercitando l'autorevolezza, che presuppone credibilità. I giovani non hanno bisogno di qualcuno che dica loro che cosa fare, ma che faccia insieme a loro e poi, al momento buono, si metta in disparte, per lasciare che imparino a camminare con le loro gambe, nella libertà e nella responsabilità".