Rassegna cinematografica “American Gothic”: martedì 2 dicembre proiezione del film “Che fine ha fatto Baby Jane?”

 

Terzo appuntamento con la rassegna cinematografica American Gothic. L’incubo della Storia riflesso nello specchio del cinema USA .

Martedì 2 dicembre 2014 alle ore 21.00, nella Sala delle lauree della Facoltà di Scienze della comunicazione, sarà proiettato il film del 1956 Che fine ha fatto Baby Jane, di Robert Aldrich.

La rassegna è organizzata nell’ambito del Laboratorio di Comunicazione teatrale della Facoltà di Scienze della comunicazione, tenuto da Silvio Araclio.

 

(What Ever Happened to Baby Jane?) USA, 1962 – Regia: Robert Aldrich –Sceneggiatura: Lukas Heller (dall’omonimo romanzo di     Henry Farrell)- Fotografia: Ernest Haller – Montaggio: Michael Luciano – Musiche: Jack Solomon – Casa di produzione: Warner Bros

 

Interpreti: Bette Davis, Joan Crawford, Victor Buono, Maidie Norman

 

Il ménage sadomasochistico di due anziane sorelle: un’invecchiata bimba prodigio presto dimenticata, rancorosa nei confronti della sorella paraplegica, ex diva di Hollywood colpevole di aver avuto un successo più duraturo.

 

Il film che trasformò la vecchia Hollywood – e con essa tutto un vecchio mondo – in un teatro dell’assurdo. Il glamour, la grazia, l’incanto, l’american dream diventano orrore, vecchiaia, frustrazione e incubo infinito. Niente è più lo stesso. Robert Aldrich, uno dei cineasti più anti-sistemici di Hollywood, contesta lo star system, i rapporti familiari, toglie la maschera alla (ex) morale corrente, impone un cattivo gusto destinato a fare scuola, un paio d’anni dopo L’occhio che uccide di Michael Powell e Psycho di Alfred Hitchcock. Un nuovo mondo si sta profilando, nel bene e nel male, e questo dramma sopra le righe, cupo, teso ma anche ironico, ne è il riflesso per eccellenza. Da quel momento le due star protagoniste, Bette Davis e Joan Crawford, divennero icone horror, scatenando la moda della vecchia diva vista come mostro (se ne ricorderà anche Dario Argento con Clara Calamai, Alida Valli e Joan Bennett), metafora del vecchio mondo da svelare e rifare. Subito. Il ‘68 è vicino. Ma anche la nostalgia di un mondo che non c’è più.


 
 
Ultimo aggiornamento: 01-12-2014