UniTe vince un progetto di ricerca FISR sui rischi dell'assunzione della cannabis in gravidanza

Prof. Claudio D'Addario
Prof. Claudio D'Addario

È frutto della sinergia tra le università di Teramo, Cagliari e Palermo il progetto vincitore del bando FISR dal titolo DIETAMI - Disturbi indotti dall’esposizione prenatale al THC: approccio multidisciplinare ed effetti di integratori nella dieta materna - il cui referente scientifico per l'Ateneo è Claudio D’Addario, docente di Biologia molecolare e coordinatore del nuovo corso di laurea magistrale in “Biotecnologie avanzate” della Facoltà di Bioscienze.

 

Il progetto – che oltre all’Ateneo di Teramo vede coinvolta l'Università di Cagliari (Prof. Miriam Melis) che coordina e l’Università di Palermo (Prof. Carla Cannizzaro) – si è aggiudicato il finanziamento nell’ambito del bando FISR (Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca) del Ministero dell’Università, che sostiene specifici interventi di particolare rilevanza strategica indicati nel Programma Nazionale delle Ricerche.

 

In graduatoria il progetto – incluso nell’ambito dell’area Life sciences – è fra i ventidue scelti a livello nazionale con un finanziamento di quasi 1 milione di euro pari al 70% del costo.

 

"Nell'ultimo decennio – ha dichiarato il prof. D’Addario – c’è stato un ampio dibattito sulla legalizzazione della cannabis che rimane la droga illegale più comune in tutto il mondo, anche tra le donne in gravidanza. Nonostante il consumo di cannabis sia generalmente percepito a basso rischio per la salute, studi epidemiologici sugli effetti a lungo termine mostrano l’impatto dannoso sullo sviluppo cognitivo dei figli dall'infanzia fino alla maturità”.

 

"In particolare – prosegue D’Addario – i bambini esposti in utero al THC (il delta-9-tetraidrocannabinolo, ossia il principale il principale ingrediente psicoattivo della cannabis) mostrano ridotte capacità di apprendimento e risoluzione dei problemi, iperattività, aumento dell'impulsività, propensione ai comportamenti a rischio e agli episodi psicotici. Di conseguenza, è urgente identificare meccanismi molecolari e strategie efficaci per la prevenzione e il trattamento di questi effetti dannosi che potrebbero conferire vulnerabilità a numerose condizioni psichiatriche".

 

"Sono molto felice di questo risultato – conclude il Rettore Dino Mastrocola – che evidenza nuovamente come la qualità e competitività della ricerca scientifica del nostro Ateneo mantenga degli standard molto alti"

 
 
Ultimo aggiornamento: 30-11-2021