In riferimento alle polemiche e alle imprecisioni di questi giorni
circa alcune valutazioni sul Corso di laurea in Tutela e benessere
animale, attivo presso l'Università degli Studi di Teramo, il rettore
dell'Ateneo, Mauro Mattioli, ha dichiarato:
«Senza
voler entrare nel vivo del dibattito che oggi investe l'università
italiana, che avrebbe bisogno di una trattazione di tutt'altra portata
e natura, vorrei però contribuire a fare chiarezza sul perché di un
Corso di laurea in Tutela e benessere animale».
«La nuova politica
comunitaria ha imposto una rapida modernizzazione del settore agricolo.
Con un impegno di 55 miliardi di euro l'anno, l' Unione Europea dedica
al settore dell'agricoltura il 40% del suo bilancio, mentre solo il 5%
di operatori attivi sono impegnati nello stesso settore. La nuova
politica europea continua a dedicare un grosso sforzo finanziario
all'agricoltura non più solo per sostenere il reddito degli
agricoltori, ma anche tenendo pienamente conto delle istanze dei
consumatori e dei contribuenti».
«Le sovvenzioni - secondo la nuova
PAC (Politica Agricola Comunitaria) - sono quindi condizionate dal
rispetto di precise norme in materia di tutela ambientale, sicurezza
alimentare e benessere degli animali. La tutela del benessere animale,
oltre a rappresentare il punto di partenza della catena di controllo
della sicurezza alimentare, costituisce oggi la condizione vincolante
che una società culturalmente cresciuta e matura pone per entrare a
pieno titolo nelle strategie di sostegno delle politiche di sviluppo
rurale dell'Europa. L'accertamento del benessere degli animali e la sua
tutela nelle diverse realtà di allevamento richiede elevate
professionalità. Per questo motivo - insieme alle numerose implicazioni
del ruolo che il rapporto uomo animale riveste nella società moderna
anche nei nuovi percorsi terapeutici (pet therapy) - sono sorti in
tutto il mondo, ma specialmente in Europa, numerosi corsi di formazione
(laurea, master e dottorati) centrati sul tema dell'animal welfare.
Solo in Gran Bretagna se ne contano almeno 12 (vedi whatuni.com). Non
può sorprendere, quindi, che anche in Italia sono nati corsi di laurea
in "animal behaviour and welfare" che, raccogliendo insieme le
accresciute sensibilità della nostra società e le esigenze nate dalle
nuove normative europee, hanno fatto registrare un costante e
progressivo aumento degli iscritti. Sono attualmente 487 gli
studenti iscritti al Corso di laurea in Tutela e benessere animale
dell'Università degli Studi di Teramo, ai quali vanno aggiunti i circa
100 immatricolati per l'anno accademico in corso».