MORBILLO, UN AIUTO DAI CETACEI?

Teramo 7 novembre 2019 – «Grande clamore ‒ ha dichiarato Giovanni Di Guardo docente di Patologia generale e fisiopatologia veterinaria alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo ‒ ha destato e sta tuttora destando l’interessante e originale lavoro a firma di Michael J. Mina e collaboratori, pubblicato sulla prestigiosa Rivista Science, in cui viene descritta e caratterizzata - sia in pazienti umani naturalmente infetti ad opera del virus del morbillo sia in macachi sottoposti ad infezione sperimentale - una singolare forma di “amnesia immunitaria” nei confronti di altri agenti infettivi, virali e non, che i succitati ospiti avevano “incontrato” (a seguito d’infezione naturale o di vaccinazione) nel corso della propria esistenza, sviluppando in tal modo un’immunità persistente nei loro confronti».

«I risultati di tale studio ‒ prosegue Di Guardo ‒ appaiono decisamente allarmanti in virtù del fatto che agli effetti immunodeprimenti prodotti dal virus del morbillo, già ben noti da tempo, si associerebbe la contestuale perdita di memoria immunitaria in un’elevata percentuale di individui infetti. Ne deriva un caloroso quanto giustificato invito, rivolto alla collettività da parte degli Autori, nei confronti delle profilassi immunizzanti e, in particolar modo, nei riguardi della vaccinazione contro il morbillo, malattia che miete oltre 100.000 vittime ogni anno su scala globale».

All’originale quanto intrigante ed, al contempo, allarmante contributo scientifico ha fatto seguito una “Lettera all’Editore”, congiuntamente firmata dal professor Giovanni Di Guardo (Università degli Studi di Teramo) e dal professor Sandro Mazzariol (Università degli Studi di Padova), che è stata appena pubblicata su Science e in cui viene suggerito di analizzare la perdita di memoria immunologica virus-indotta ponendola in relazione sia ai ceppi virali responsabili dei vari casi d'infezione nell'uomo sia all'immunofenotipo (Th1-dominante o Th2-dominante) dei pazienti affetti da morbillo.

«A tal fine ‒ si legge nella lettera pubblicata ‒ lo studio comparato dell'infezione da Cetacean morbillivirus, un agente patogeno che negli ultimi 30 anni si è reso responsabile, a livello planetario, di drammatiche epidemie fra i Cetacei e che risulta strettamente imparentato con il virus del morbillo, potrebbe fornire valide e preziose informazioni sulle complesse dinamiche d'interazione virus-ospite correlate alla perdita di memoria immunitaria in pazienti con morbillo, sebbene andrebbe parimenti sottolineato che non è dato ancora sapere se i delfini e/o le balene infetti ad opera di Cetacean morbillivirus siano in grado di sviluppare una condizione di amnesia immunitaria analoga a quella recentemente descritta nei nostri conspecifici affetti da morbillo».

https://science.sciencemag.org/content/366/6465/599/tab-e-letters

REDAZIONE UFFICIO STAMPA

 
Ultimo aggiornamento: 08-11-2019