La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana e dei gestori di servizi pubblici non è solo uno scenario futuro ma è già l’attualità. Il legislatore ne ha fatto un obiettivo di primaria importanza da oltre due decenni e il recente D.L. “Semplificazione e innovazione digitale” (DL 76/2020, convertito in legge dalla L. 120/2020) ha poi impresso un’accelerazione decisa al percorso di trasformazione digitale degli Enti pubblici, introducendo numerose innovazioni per le pubbliche amministrazioni di ogni livello e modificando diversi articoli del Codice dell’Amministrazione digitale (DLGS 82/2005) con effetti delicati e importanti che nessuna PA italiana può ignorare.
Tra i vari adempimenti, particolarmente significativo il fatto che entro il 28 febbraio 2021, tutte le pubbliche amministrazioni (nazionali, locali, territoriali ecc.) avrebbero dovuto obbligatoriamente avviare progetti volti a rendere fruibili tutti i servizi anche in modalità digitale (art. 64-bis, comma 1-quater, CAD). Per fare ciò, naturalmente, esse avrebbero dovuto individuare i servizi interessati e definire per ciascuno di essi le soluzioni organizzative, funzionali e tecnologiche da adottare per erogarli online, individuando tempi e modi di transizione effettiva al digitale. Inoltre, diventa essenziale garantire nozioni fondamentali in ambito di usabilità e accessibilità degli strumenti digitali e, in particolare, dei documenti informatici, così come previsto dalla normativa vigente. Inoltre, la “rivoluzione digitale” sarà alla base anche della distribuzione dei fondi derivanti dal Recovery Plan, sul quale il Governo e l’Unione Europea puntano per garantire una futura crescita duratura ed inclusiva.
Naturalmente, non si può immaginare di avviare un percorso di reale trasformazione digitale di un Ente senza supportare il personale in servizio con un parallelo percorso di adeguamento formativo, culturale e professionale. In questo contesto è stata palesemente avvertita la necessità di disporre di personale altamente qualificato e di nuovi profili professionali capaci di supportare le amministrazioni nella realizzazione del difficile sforzo innovatore caratterizzato da efficienza, efficacia ed economicità nelle scelte.
Grande importanza viene attribuita alla formazione degli “attori” del cambiamento, nel migliorare le loro conoscenze e competenze (non solo tecniche, ma anche culturali e relazionali) in una stretta connessione con la specifica cultura amministrativa del luogo o dell’istituzione nel quale gli stessi sono inseriti.
La tendenza alla ridefinizione delle aree di produzione delle prestazioni della P.A. e di erogazione del servizio pubblico richiede agli attori presenti nel setting del Pubblico Impiego di saper affrontare le sfide della competizione economica e culturale nella quale sono ormai inseriti. Per affrontare questa sfida, la formazione delle risorse umane gioca, naturalmente, un ruolo fondamentale e non meno importante rispetto a quello esercitato dalla disponibilità di adeguate risorse economiche e finanziarie.
Per quanto sopra esposto rispetto ai cambiamenti in atto è indispensabile prevedere una modalità di offerta formativa sembra aver assunto un carattere prioritario ineludibile. Si tratta di una qualificazione di dirigenti pubblici e funzionari, la cui cultura può evolvere se alimentata attraverso l’acquisizione di ulteriori categorie di analisi e di interpretazione.
Il Master si rivolge a funzionari e amministratori di ministeri, asl, enti locali, università, aziende pubbliche e, in generale, a tutti coloro intenzionati a costruire o migliorare la propria carriera all’interno della Pubblica Amministrazione. Il Master si rivolge altresì a coloro che, lavoratori o imprenditori operanti nel settore privato, hanno la necessità di creare e gestire rapporti con il settore pubblico.
Sbocchi professionali
Funzionari e dirigenti pubblica amministrazione; quadri e dirigenti in PMI private che collaborano con Pubbliche amministrazioni.
Ufficio esami di stato e formazione post-laurea
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