A Bioscienze un ciclo di seminari sul problema dell'emissione di gas ad effetto serra

Dal 17 al 23 febbraio 2016 - Aula 11 - Facoltà di Scienze politiche - Campus di Coste Sant'Agostino

Life Cycle Assessment e Carbon Footprint nella filiera vitivinicola

 

Si svolgerà dal 17 al 23 febbraio 2016 un ciclo di seminari sul problema dell’emissione di gas ad effetto serra, derivanti principalmente da attività produttive quali agricoltura, industria, trasporti e produzione di energia. I seminari saranno tenuti Claudio Pattara, docente dell'Università degli Studi di Pescara, e sono rivolti agli studenti del secondo e terzo anno del Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia. Durante i seminari saranno svolti casi pratici con l’utilizzo di software di calcolo. Il superamento della prova di valutazione permetterà agli studenti del Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia il conseguimento di 2 CFU.

 

Programma

 

Mercoledì 17 Febbraio ore 9.00 – 13.00

Il metodo LCA

 

Venerdì 19 Febbraio ore 9.00 – 13.00

Lo strumento del Carbon Footprint e le esperienze a livello internazionale (OIV; CE; etc)

 

Lunedì 22 Febbraio ore 14.00- 18.00

L'approccio del ciclo di vita alla filiera vitivinicola: Fase agricola”

 

Martedì 23 Febbraio ore 14.00 -18.00

L'approccio del ciclo di vita alla filiera vitivinicola: Fase enologica” e Prova finale per la valutazione.

 

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In collaborazione con l’ass.stud. SATURNO- Fac.Bioscienze

Info: Prof.ssa Solange Ramazzotti - sramazzotti@unite.it

 

 

Contenuti dei seminari

Il problema dell’emissione di gas ad effetto serra - derivante principalmente da attività produttive quali agricoltura, industria, trasporti e produzione di energia - si è da tempo imposto all’attenzione pubblica per i pericolosi risvolti sull’ambiente e anche sulla salute umana.

Dopo un primo approccio al problema dell’alterazione climatica con il Protocollo di Kyoto (UNFCCC 1992), ed in seguito all’accrescimento della famiglia delle norme ISO 14000, dalla Commissione Europea (CE) è partito lo sviluppo di una serie di strumenti volontari (all’interno dei programmi d’azione ambientale) quali il Product Environmental Footprint (PEF) relativo all’impronta ambientale dei prodotti, accompagnato dall’Organisation Environmental Footrpint (OEF) relativo all'impronta ambientale delle organizzazioni.

 

Entrambi si basano sull’utilizzo del Life Cycle Assessment (LCA) come strumento per la misurazione degli impatti ambientali lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti/servizi e sono fruibili volontariamente da parte di ogni Stato membro sia nel settore pubblico che in quello privato. L’obiettivo della CE (CE 2013) è infatti quello di costruire un mercato unico dei prodotti verdi, incoraggiando le organizzazioni che si avvalgono di altri strumenti a valutare ed utilizzare questi ultimi. A settembre 2013 è partita la fase pilota, con l’obiettivo di sviluppare i requisiti specifici di prodotto per il PEF e di settore per l'OEF, per incoraggiarne l’adozione e la comunicazione soprattutto da parte delle PMI.

 

La metodologia LCA rappresenta il principale strumento operativo del “Life Cycle Thinking” essendo orientato alla valutazione e alla quantificazione dei carichi energetici, ambientali e degli impatti potenziali associati ad un prodotto, un processo o un attività durante l’intero ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime fino alla gestione del fine-vita, seguendo l’approccio definito “dalla culla alla tomba”.

 

È da inquadrare in questo senso l’ulteriore sforzo della CE per elaborare norme specifiche per le diverse categorie di prodotti e settori che andranno a costituire il mercato unico dei prodotti verdi.

All’interno dei progetti pilota sono già state inquadrate alcune categorie di prodotti per i quali devono essere stilati i parametri di riferimento. Per ognuno degli 11 progetti pilota, molto spesso scelti tra coloro che già disponevano di Product Category Rules (PCR), gli organismi proponenti si sono impegnati a guidare il processo di creazione delle PEFCR’s (Product Environmental Footprint Category Rules), in cui tutti gli stakeholders possono fornire il loro contributo.

 

È noto che all’interno della metodologia LCA vengono valutate diverse categorie di impatto ambientale e fra di esse vi è un importante strumento basato su un solo indicatore, il GWP (Global Warming Potential), di cui il CFP (Carbon Footprint) è espressione. Esso rileva la quantità di gas clima-alteranti (in particolare CO2, CH4, Ossido nitroso N2O, Idrofluorocarburi HFCs, Perfluorocarburi PFCs e Esafloruro di zolfo SF6) emessi nel ciclo di vita di un prodotto/servizio e di conseguenza fornisce indicazioni circa l’impatto che il esso ha sul riscaldamento globale. Il corso ha l'obiettivo di fornire una panoramica molto aggiornata di quali sono gli strumenti di valutazione delle performance ambientali a livello Europeo ed internazionale nel settore vitivinicolo, e quali sono i punti di forza e di debolezza di questi strumenti e la loro attuale presenza sul mercato.

 

 

Ultimo aggiornamento: 15-02-2016