PROBABILE LEGAME TRA BATTERI E PRIONI: SULLA RIVISTA SCIENCE L'OPINIONE DEL PROFESSOR GIOVANNI DI GUARDO

Teramo, 6 marzo 2017 ‒ Grande clamore scientifico ha destato la notizia, pubblicata lo scorso 13 gennaio sulla prestigiosa rivista Science, di un probabile legame, in termini di filogenesi evolutiva, fra batteri e prioni, agenti biologici non convenzionali balzati agli onori della cronaca a seguito della scoperta del “morbo della mucca pazza” e della cosiddetta “variante della CJD”, la malattia umana conseguente all'esposizione al prione responsabile della succitata entità morbosa.

Il lavoro in questione, a firma di Andy Yuan e di Ann Hochschild, della Harvard Medical School (Boston, USA), documenta la presenza, sin qui inedita nei microorganismi batterici a differenza dei lieviti, di un elemento genetico simil-prionico (Rho) nella specie Clostridium botulinum.

Pur trattandosi di un contributo di assoluta rilevanza scientifica, Giovanni Di Guardo ‒ docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria all’Università di Teramo ‒ riferisce, in una recente Letter to the Editor pubblicata su Science a margine del succitato articolo, che «appare ancora prematuro concludere che la lunghissima storia evolutiva dei batteri si sia sviluppata parallelamente a quella dei prioni».

«Sarebbe opportuno in proposito ‒ prosegue Di Guardo ‒ verificare la presenza di quello stesso elemento genetico simil-prionico in altri batteri evolutivamente e filogeneticamente correlati a Clostridium botulinum, senza peraltro trascurare la potenziale rilevanza scientifica e la grande utilità dei dati “comparativi” che potrebbero scaturire dallo studio congiunto dei mitocondri, organuli cellulari “ubiquitari” che hanno avuto origine nel corso dell'evoluzione a partire da “proteobatteri endosimbionti”.

La Letter di Giovanni Di Guardo può esser consultata/scaricata al link http://science.sciencemag.org/content/355/6321/198/tab-e-letters.

REDAZIONE UFFICIO STAMPA

 
Ultimo aggiornamento: 06-03-2017