DALL’UNIVERSITÀ DI TERAMO UN VADEMECUM PER LE PERSONE E I TERRITORI IN TRANSIZIONE

Teramo, 9 giugno 2023 – Le due giornate della seconda edizione del Symposium tenuto nei giorni scorsi all’Università di Teramo su Social Transition and Climate Change , sono state l’occasione per un efficace dialogo transdisciplinare tra scienze sociali, fisiche e naturali. L’incontro - promosso dal Gruppo di Lavoro di Sociologia per la Persona “Sviluppo sostenibile e transizioni sociali” all’interno del Festival ASVIS dello sviluppo sostenibile 2023 - si è chiuso con la stesura di un documento di sintesi, da intendere come vademecum per la transizione sociale delle persone e dei territori.

«Il documento – spiega Rita Salvatore, docente di Sociologia dell’ambiente all’Università di Teramo – si intitola metaforicamente “Bussola per le persone e i territori in transizione”, perché si propone come strumento di orientamento per affrontare il cambiamento climatico, non solo per le singole persone ma anche per istituzioni e policy makers. Verso dove stanno andando le persone e, soprattutto, come affronteranno il passaggio verso pratiche e stili di vita più sostenibili per i territori in cui vivono? A questo fine la “Bussola” propone una serie di azioni orientate sia a mitigare il cambiamento climatico, cioè a contenerne le cause, sia a sviluppare un migliore livello di adattamento rispetto alla frequenza di eventi estremi sempre più ravvicinati. I comportamenti suggeriti riguardano diverse sfere della vita pubblica e privata, come per esempio: il modo in cui si produce e si consuma il cibo, con la lotta allo spreco e l’acquisto consapevole come prime regole della sostenibilità alimentare; la comunicazione e la diffusione responsabile delle informazioni, anche attraverso il coinvolgimento delle giovani generazioni nel dialogo tra esperti e scienziati; l’inclusione nei percorsi migratori e la coesione territoriale, con particolare attenzione alle migrazioni interne, ossia agli spostamenti dalle coste e dalle pianure verso le aree montane; la centralità dell’educazione e i bisogni formativi delle generazioni future, nell’ottica di un ripensamento generale dei processi di apprendimento; la riduzione del gap tra scienza, cittadini e politiche».

«In sintesi – conclude Rita Salvatore – un modello di intervento orientato a costruire nuovi percorsi di pace, che possano favorire il dialogo e contrastare il livello dei conflitti, anche e soprattutto a beneficio delle generazioni future».

REDAZIONE UFFICIO STAMPA

 
Ultimo aggiornamento: 09-06-2023