Il Dirigente di amministrazione statale dirige uno o più uffici pubblici di livello nazionale, della cui attività amministrativa è legalmente e organizzativamente il responsabile.
Il livello di responsabilità del Dirigente di amministrazione statale è elevato: il suo compito principale è infatti quello di curare l'attuazione delle linee di indirizzo stabilite dall'autorità politica, dirigendo e coordinando gli uffici che a lui fanno capo, provvedendo all'organizzazione e alla gestione delle risorse umane che vi lavorano, nonché di quelle finanziarie e strumentali. Esistono due livelli dirigenziali: il livello superiore o generale e quello inferiore o non generale. I Dirigenti superiori curano la realizzazione di piani, programmi e direttive definiti, come accennato, dall'autorità politica, attribuendo ai Dirigenti di livello inferiore responsabilità relative a specifici compiti. I Dirigenti di livello inferiore presiedono all'attività dei propri uffici e curano l'attuazione dei progetti e dei compiti ad essi assegnati, coordinando il personale funzionale.
L'ingresso nella dirigenza pubblica può avvenire secondo modalità differenti ed è regolato da un quadro normativo che, però, ha visto introdurre deroghe ed eccezioni. In linea generale, la legge stabilisce che l'accesso alla qualifica di Dirigente di ruolo avviene attraverso un concorso indetto dalle singole amministrazioni o attraverso un corso-concorso indetto dalla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Sono necessari la laurea e un'esperienza professionale rilevante. Nella maggior parte dei casi le Pubbliche Amministrazioni assegnano gli incarichi dirigenziali ai dirigenti di ruolo, ma in seguito al processo di privatizzazione del pubblico impiego, tali incarichi possono essere assegnati in una certa percentuale anche a persone di comprovata esperienza professionale, provenienti dal settore privato. L'incarico dirigenziale è affidato a termine e, alla sua scadenza, può essere rinnovato, cambiato o fatto scadere.
Fonte: ISFOL - Orientaonline
